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C - Scavi archeologici svolti nell'area di Castel Seprio

Planimetria generale di Castel Seprio con gli edifici e le strutture riportati alla luce nelle numerose campagne di scavoL’interesse per le antichità di Castel Seprio non viene mai meno nel corso del tempo, come dimostrano le descrizioni del canonico Bonaventura Castiglioni nell’opera Gallorum Insubrum Antiquae Sedes, edita nel 1541. Tuttavia è nel XIX secolo che iniziano i ritrovamenti dei materiali, sui quali si concentra la passione collezionistica tipica dell’Ottocento.
Già nel 1809 Giacomo Perucchetti di Gornate Olona recupera epigrafi e frammenti architettonici e scultorei romani, mentre alcuni decenni dopo Antonio Corbellini, su incarico del conte Luigi Archinto, proprietario di molti terreni a Castel Seprio, compie ricerche rinvenendo lapidi, marmi, tombe e armi per la collezione di famiglia, pervenuta in parte, come i materiali dei Perucchetti, al Comune di Milano. L’entusiasmo per le antichità del luogo si esprime inoltre nel romanzo storico del conte Matteo Benvenuti Agnese da Castiglione o la disfatta di Castel Seprio. Storia milanese del secolo XIII, pubblicato nel 1857.

Fondamentali per la rinascita degli interessi su Castel Seprio nel XX secolo sono gli studi di Gian Piero Bognetti e di Alberto De Capitani d’Arzago, legati alla riscoperta e alla valorizzazione del ciclo di affreschi altomedievali della chiesa di Santa Maria foris portas.

Gli scavi del Novecento, eseguiti invece con scopi di ricerca e conservazione, esemplificano l’evoluzione delle metodologie nell’archeologia italiana. Dal 1946 al 1958 Mario Bertolone, direttore dei Musei Civici di Varese, conduce campagne di scavo nell’area del castrum e del borgo, mettendo in luce le strutture affioranti, effettuando rilievi topografici e indagando soprattutto gli edifici circostanti la basilica di San Giovanni Evangelista. Sotto la guida di Mario Mirabella Roberti, all’epoca Soprintendente della Lombardia, la prosecuzione delle ricerche e i restauri delle strutture liberate da detriti e rovi portano alla creazione del primo nucleo del parco archeologico.
Nel 1962-1963 una missione di archeologi polacchi esegue indagini archeologiche in tre settori del sito con il metodo stratigrafico, grazie al quale vengono individuate più fasi abitative.
Successivamente, tra il 1965 e il 1973, volontari del Gruppo Archeologico della Società Gallaratese per gli Studi Patrii compiono sondaggi nell’area monumentale del castrum, lungo la cinta muraria e nella zona di Torba, sotto il controllo della Soprintendenza, cui si devono nel contempo un rilievo con inquadramento topografico e una pianta dell’area con test georadar, indagini e restauri.
Tra il 1977 e il 1981 l’Università Cattolica di Milano riesamina i lavori eseguiti e i materiali rinvenuti e conduce nuovi scavi nelle aree abitative del castrum.
Infine, dal 1980, la Soprintendenza intraprende indagini archeologiche a nord di San Giovanni, nel borgo e presso le chiese di Santa Maria foris portas e di Santa Maria di Torba, lungo le mura e nel Conventino di San Giovanni e avvia restauri e studi su materiali ed edifici con l’impiego di metodologie di ricerca aggiornate (prospezioni geofisiche, analisi archeometriche dei materiali costruttivi).

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